MISURE FISCALI A SOSTEGNO DEL REDDITO
Solo grazie a questa potremo immaginarci modifiche in seno al testo definitivo.
In ogni caso, l'eventuale estensione della soglia del regime forfettario a 100.000 euro rappresenterebbe un'opportunità di risparmio fiscale considerevole, specialmente per i professionisti in crescita che rischiano di uscire dal regime a causa di pochi euro in più di fatturato.
Riduzione IRPEF; Flat Tax e Bonus Ristrutturazione
Viene previsto dal Disegno di Legge Finanziaria la riduzione della seconda aliquota dell'IRPEF (scaglione tra 28.000 e 50.000 euro), che passa dal 35% al 33%. La riduzione sarà sterilizzata per i redditi superiore a 200.000 euro. Si parla anche di un regime fiscale agevolato sui rinnovi contrattuali, premi di produttività e trattamento accessorio.
Confermata per il 2026 anche il Bonus Ristrutturazione sulla prima casa al 50%, come anche la la cosiddetta “Flat Tax” al 15% sulla redditività del lavoro dipendente o da pensione fino a 35.000 euro.
2 miliardi per adeguare i salari al costo della vita
L'intervento si inserisce nella riforma dell'imposta sui redditi avviata dal 2022, con l'obiettivo di semplificare le aliquote e renderle più uguali alla pressione fiscale. Oltre al taglio delle imposte, il Governo ha previsto per il 2026 uno stanziamento di 2 miliardi di euro per l'adeguamento dei salari al costo della vita, misura che potrebbe tradursi
in incentivi per aumentare gli stipendi o in forme di decontribuzione. Dal punto di vista del risparmio fiscale, questo taglio potrebbe rappresentare una opportunità per lavoratori e famiglie: meno tasse trattenute in busta paga significa
maggiore disponibilità di reddito da destinare a consumi, investimenti o previdenza integrativa.
Il ritorno del Regime Forfettario 2026
Si valuta l'ipotesi di innalzare la soglia di accesso dagli attuali 85.000 a 100.000 euro di ricavi annui.
Una misura che, se approvata, rappresenterebbe un importante passo avanti per freelance, professionisti e microimprese in regime agevolato, consentendo loro di mantenere la tassazione al 15% anche con fatturati più elevati. Mamma resta il nodo dell'Unione Europea: la direttiva IVA e le regole europee sul regime agevolato impongono
infatti limiti stringenti agli Stati Membri per evitare distorsioni fiscali all'interno del Mercato Unico. Già nel 2025 un emendamento con questa proposta fu respinta per mancanza di compatibilità con i vincoli UE.
In attesa della conferma dell'Europa
Anche per il 2026 dunque qualsiasi modifica dei la redditività sarà subordinata al benestare dell'Unione Europea.